La campagna elettorale è ormai giunta a termine.
Nella torbidezza che l’ha contraddistinta, fatta di sterili proclami e accuse reciproche, ci siamo resi conto di non conoscere le effettive proposte dei diversi partiti. Abbiamo allora deciso di verificare se queste non esistano proprio o semplicemente non abbiano conquistato le prime pagine dei giornali: su internet è possibile trovare i programmi e farsi un’idea su quanto offerto dalle parti.
Ci siamo chiesti quale sarebbe potuto essere il nostro contributo al dibattito e su quali argomenti concentrare la nostra attenzione. Abbiamo quindi scelto di rimanere nella nostra zona di comfort, continuando a parlare di quello che, da addetti ai lavori e appassionati del tema, meglio conosciamo: il mondo dell'energia. In questo post, infatti, cercheremo di riassumere come l'argomento sia stato trattato nei programmi dei vari contendenti alla disputa elettorale, sperando di fornire un ulteriore strumento per rafforzare nel lettore intenzioni di voto – o non voto – preesistenti.
Non tutti i partiti in lizza dedicano una sezione del loro programma al tema energia, e non tutti lo fanno allo stesso livello di approfondimento: consigliamo al lettore di cliccare sui relativi link per leggere i testi integrali. La scelta dell’ordine di esposizione ci è sembrata quasi obbligata, dando priorità a chi ne ha parlato più profusamente.
Sinistra Ecologia e Libertà
Come prevedibile, data la loquacità del suo leader, a Sinistra Ecologia e Libertà spetta il primo posto.
L’argomento viene introdotto auspicando una netta inversione di tendenza rispetto alla Strategia Energetica Nazionale promulgata dal precedente governo Monti, a cominciare dalla proposta di rinunciare alla costruzione di nuove centrali a carbone e alle trivellazioni per l'estrazione dei (pochi e difficilmente raggiungibili, n.d.a.) giacimenti di petrolio e gas italiani.
A margine di queste considerazioni vengono individuati alcuni obiettivi quantomeno ambiziosissimi: un "futuro esclusivamente rinnovabile", sebbene questo proposito venga realisticamente ridimensionato nel seguito del programma.
Nel testo sono passate in rassegna tutte le fonti energetiche rinnovabili, per ognuna delle quali vengono formulate proposte interessanti e fondamentalmente condivisibili. In linea generale manca però spiegazione alcuna sugli strumenti che si intendono adottare per raggiungere questi ambiziosi obiettivi.
Il filo conduttore di tutte le proposte sembrerebbe essere quello di una incentivazione delle energie rinnovabili (sia elettriche che termiche) che favorisca la partecipazione economica e gestionale delle comunità locali e cerchi di sottrarla agli investimenti di oligopolisti e speculatori finanziari. In ciascuna proposta si tende infatti a preferire impianti di piccola taglia e che impieghino tecnologie innovative. Illuminante sotto questo punto di vista è la parte relativa alle agro-energie, tema a noi particolarmente caro:
Per quanto riguarda le produzioni di energia da biomasse agricole di scarto e da deiezioni animali con il sistema del biogas queste dovranno essere su piccola scala e diffuse nel territorio. Le produzioni agricole dedicate devono avvenire in territori marginali per le produzioni alimentari e essere prodotte senza uso di fosfati e pesticidi e contigue alla centrale. L’utilizzo del legno e delle potature deve essere anch'esso previsto per piccole centrali collocate nei luoghi di produzione del legno stesso e prevedere il coinvolgimento attivo dei coltivatori del bosco.
Infine interessante e concreta ci è parsa la proposta di perseguire un aumento dell'energia prodotta da fonte idroelettrica anche tramite la pulizia dai fanghi degli invasi esistenti e il ricorso a tecnologie innovative di sfruttamento dell'energia eolica. Si prospetta insomma uno sviluppo più armonico di tutte le fonti di energia rinnovabile, rispetto alla politica energetica seguita finora. Secondo il testo infatti è "stato doveroso ridurre gli incentivi al solare fotovoltaico limitando drasticamente gli impianti sui suoli agricoli produttivi". Su questo non possiamo che essere d'accordo.
C'è spazio anche per gli incentivi alle rinnovabili termiche (solare termico, geotermia a bassa entalpia e sistematico ricorso alla cogenerazione di piccola taglia, anche a metano) e al risparmio energetico, privilegiando le ristrutturazioni rispetto alle costruzioni ex-novo.
Nel complesso dal programma traspare un'analisi approfondita dell'argomento, testimoniata da indicazioni particolareggiate sulle singole fonti, con idee che manifestano una certa consapevolezza sia della realtà tecnica, che delle dinamiche affrontate da chi lavora in questo settore. Dobbiamo anche ammettere che l'impostazione politica/etica del programma ci trova concordi su diversi aspetti. Non si può non notare però come alcuni obiettivi posti sembrino davvero ardui da raggiungere, facendo balenare la domanda: fino a che punto l'estensore crede di veder realizzato ciò che ha scritto? Che la risposta sia "tanto", o "poco", essa non scalfisce il nostro approccio più scettico e realistico verso l'immediato futuro.
Movimento 5 Stelle
Un genovese DOC direbbe (e in effetti dice): risparmio è doppio guadagno. L'approccio del Movimento 5 Stelle parte da questa constatazione non priva di senso. Prima di cercare nuovi modi per produrre energia, è opportuno consumarne di meno o comunque produrre con una maggiore efficienza. In quest'ottica il M5S propone di diminuire i consumi energetici degli edifici,applicando la normativa esistente relativa a certificazioni energetiche, promozione dell'opera delle ESCo e contabilizzazione del calore. Strumenti già disponibili e in parte applicati, ma che dispongono di poche e inefficienti leve per limitare i consumi degli edifici esistenti. Per quel che riguarda la costruzione di nuovi edifici, nel documento si auspica inoltre un abbassamento del tetto massimo dei consumi ammissibili, uniformando la normativa nazionale a quella in vigore in Germania (!).
Il percorso suggerito per diminuire il fabbisogno di energia primaria passa innanzitutto per l'aumento dell'efficienza di generazione di energia da fonti fossili, attraverso la sostituzione (nostra interpretazione di un passaggio piuttosto confuso) delle centrali elettriche tradizionali con centrali a ciclo combinato (grazie alla quale l'efficienza varierebbe dal 38% al 60%).
Si punta inoltre sugli impianti di cogenerazione per utenze energivore (ospedali, centri commerciali, industrie), proponendo a questo riguardo l'accesso agli incentivi anche per impianti di taglia inferiore ai 20 kW.
Un'idea condivisibile è l'eliminazione del CIP6 il quale assimila, incentivandoli, impianti molto inquinanti (alimentati da scarti di raffinazione, termovalorizzazione dei rifiuti, ecc) alle fonti rinnovabili.
Alcune perplessità invece nascono quando si parla di sostegno alla produzione di biocombustibili (liquidi, ci sembra di capire dal testo) per i quali crediamo che l'occupazione di suolo agricolo e gli alti consumi connessi al ciclo di vita del processo non giustifichino la loro equiparazione ad altre fonti rinnovabili.
Un accenno poco preciso sull'incentivazione del biogas tout-court ci fa pensare che l'argomento sia stato trattato con un po' di superficialità dal redattore del testo.
Il programma del Movimento 5 Stelle ci sembra incentrato sull'effettiva applicazione degli strumenti normativi esistenti per quel che riguarda il suo punto focale, cioè il risparmio energetico. Le proposte si limitano a quelle sul biogas, i biocombustibili e la micro cogenerazione fermandosi però a una generica volontà di promozione.
Una considerazione importante è la seguente: tutte le norme sul risparmio energetico cui si fa riferimento nel programma derivano dal recepimento di direttive europee e non da iniziative nazionali. Ci chiediamo allora se il nostro paese abbia una cultura ambientale sufficientemente evoluta per camminare con le proprie gambe su questo terreno, come vorrebbe l'atteggiamento scettico sull'Unione Europea espresso dal suo leader. Il fatto stesso che queste norme, pur esistenti, non vengano applicate nel nostro paese, dovrebbe suggerirci la risposta.
Scelta Civica
La ricetta di Monti propone misure economiche puntuali di stampo neoclassico sulla questione ambientale ed energetica. Nell'Agenda infatti si enfatizza una politica in grado di influenzare il mercato attraverso leve economiche, le quali ambiscono a compensare i danni ambientali provocati dalle tecnologie più inquinanti attraverso il pagamento di tasse (internalizzazione dei costi ambientali nelle spese di produzione).
Nello specifico, oltre alla Carbon Tax, nell'Agenda si propongono l'aumento delle accise sul gasolio, con rispettiva riduzione per i combustibili meno inquinanti come metano e GPL, nonché l'istituzione di un sistema di tassazione che gravi sul consumo di risorse piuttosto che sul lavoro. E' ribadita inoltre l'approvazione del sistema di incentivi alle fonti rinnovabili, che secondo Scelta Civica ha dato buoni risultati.
L'eventuale critica da fare, se possibile, non è tanto al personaggio o alla lista che lo sostiene, ma parte dal chiedere se questi strumenti economici, da anni portati avanti in Occidente, siano realmente efficaci nel combattere l'inquinamento globale e locale, e nell'incentivare il comparto delle rinnovabili.
Popolo Della Libertà
Il paragrafo dedicato all'energia è formato da 6 punti molto sintetici. Le proposte riguardano lo sviluppo di un piano energetico nazionale che tenga conto delle fonti rinnovabili e degli impianti già previsti, maggiori investimenti per la realizzazione della smart grid, interventi di risparmio energetico e incentivi per le energie rinnovabili.
E' difficile non essere d'accordo con queste enunciazioni così generiche. Il problema è che si rimane al livello delle ovvietà senza scendere in nessun dettaglio. Non si specifica alcuna azione da intraprendere, né quali criteri verrebbero seguiti per indirizzare la strategia energetica nazionale, da un partito che fino a pochi mesi fa era il principale fautore del ritorno al nucleare italiano.
Rivoluzione Civile
Riportiamo integralmente le parole relative al tema dell'energia, incluso nella sezione "Ambiente", del programma.
Vogliamo investire sul risparmio energetico, sulle rinnovabili [...] per difendere l'ambiente dai cambiamenti climatici e dalle conseguenze letali dell'effetto serra con un sostegno alla fase due del Protocollo di Kyoto.
Ci sembra ben poco. Ci sembra ben poco. Ci sembra ben poco. Ci sembra ... Stop, abbiamo già scritto più noi sull'argomento.
Partito Democratico
Solo le parole "risparmio ed efficienza energetica" all'interno del paragrafo "Sviluppo sostenibile". Forse perché all'interno della coalizione Italia Bene Comune il tema energia è stato completamente demandato a SEL?
Altri Partiti
Non pervenuti.
Seguendo lo spirito dal quale è nato questo post, ci asteniamo dal fare ulteriori commenti e confronti. Ci auguriamo però che, qualunque sia il risultato delle prossime consultazioni, si possa giungere ad una politica energetica lungimirante e che dia un indirizzo netto sui temi a noi cari, come la promozione di tecnologie innovative nell'ambito delle energie rinnovabili.
Ah, dimenticavamo! ... ci stanno poi i carapaci del terzo millennio che sono per il ritorno al nucleare nazionale e, piccola nota di colore, per la produzione e il possesso di armi nucleari, come rilancio del made in italy. Ma ognuno c'ha i problemi suoi.